Antica ergatività anatolica

Problemi e metodi nella ricerca linguistica delle lingue dell'Anatolia antica

Alfredo Rizza

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Torino, 11 giugno 2007

(c) Alfredo Rizza
© - giugno 2007

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il hattico, o cattico, o protohattico, o protocattico, o protohittite etc.

La lingua hattica è come il sumerico o l'elamico... ne esistono più di una, sviluppate nel tempo diacronicamente e diatopicamente a seconda degli anni e dei luogni in cui lo studioso di turno ne ha trattato.

Questo potrebbe già bastare, come introduzione, ma non paghi, sfidando la sorte proseguiamo...

1. Le testimonianze

La situazione documentaria del hattico è quasi disperata. I frammenti non sono pochi, se numerati uno a uno (rosegotto per rosegotto) , ma l'insieme deti testi è spesso molto dificile da ricostituire e, paradossalmente, co sono poche variante dirette, vale a dire, pochi duplicati descritti, attraverso gli errori dei quali, con una buona recensio, potremmo avere un testo più stabile e informazioni più precise.

 

 

2. I problemi

  1. grafematica: se per l'eteo, con difficolatà non indiferrenti, possiamo avere un quadro buono -lo stesso dicasi per il hurrico di Boğazköy- per il hattico non sembra nemmeno plausible ricostruire regole grafematiche simili o derivate da quelle dell'eteo. In particolare ci aiuterebbe molto verificare se era in funzione una versione adattata della 'legge di Sturtevant' (ridotta alla sola parte grafemcatica e sincronica, ovviamente)
  2. anisomorfismo della tradizione: singole lezioni, che per tramite delle traduzione etee, o dell'analisi contestuale, ci aspetteremmo comparire identiche, mostrano variazioni di cui difficilmente posssiamo stabilire la natura: errore dello scriba? incertezza nella resa fonemica? regole di fonotassi? mutamento morfologico? condizionamenti con-testuali?
  3. vocabolario discretamente noto vs. grammatica 'pericolante ': grazie alle bilingui e alla tradizione hattica nella cultura(1) e nei testi etei è possibile costituire un vocabolario, ma non una grammatica
  4. difficoltà oggettive e soggettive nell'applicazione dei modelli linguistici
(1) Forse non ha molto senso parlare di cultura etea, specialmente antica, che non sia anche hattica. Non è pr nulla semplice, infatti, estrapolare una componente hattica dalla cultura etea che possa essere considerata autonomamente. Il massimo raggiunto dai nostri stuci, amio avviso, è ricerca sullo 'strato cultuale hattico' efffettuata dal monumentale Klingerone (=Klinger 1997)

 

3. Alcune caratterizzazzioni sommarie
(ovvero: ciò che si dice, ma sarebbe meglio non dire)

Il hattico è:

  1. una lingua agglutinante (ma non del tipo sumerico, piuttosto più simile al hurrico)
  2. una lingua ergativa
  3. una lingua non ergativa
  4. una lingua accusativa
  5. una lingua SVO
  6. una lingua SVO sì, forse, ma se sì di un gruppo SVO molto ridotto con peculiarità accentuate verso OV
  7. una lingua caucasica (nord-occidentale - nord-orientale - meridionale)
  8. una lingua per la descrizone della quale le nostra terminologia grammaticale non è buona (fino a un paio di decenni fa)
  9. ... una lingua??
  10. ...
 

 

4. La qualità della tradizione

Problematica. Ma abbiamo tre grandi bilingui (di cui una molto carina anche da vedere... da KUB 28.4; dal retto si vede bene anche la disposizione con 'testo a fronte', a sinsitra il hattico, a destra l'eteo.)

Le tre bilinguie sono

KUB 2.2+ (CTH 725): rituale di postura delle serrature nel palazzo. Cf. Schuster 1974.

KBo 37.1 (CTH 726): rituale di fondazione del palazzo. Cf. Klinger 1996.

KUB 28.4 (CTH 727): mito del Dio Luna che cade dal cielo. Cf. Schuster 2002.